Oggi scrivo un articolo decisamente inusuale per potervi
raccontare della mia, ahimé, snervante esperienza e per farvi forza.
Care donne, ma non solo, anche cari i maschietti che
leggono questo post, prestate attenzione alle mie parole.
Iniziamo con la mia storia: purtroppo non è la prima
volta che mi capita che qualche uomo mi mandi messaggi ambigui o che esageri
nel manifestare le sue intenzioni. Ne ho passate davvero di tutte, specialmente
nell’ ultimo anno: 30, 40enni sposati con dei figli che mi invitano a fare
sesso (anche esplicitando di che tipo), che mi chiedono di registrami mentre
faccio delle cose con un’altra donna a pagamento, foto di genitali maschili,
video erotici e “personali” (ci siamo capiti), richieste di foto di tutti i
tipi, dai miei piedi fino alla doccia, proposte di sesso in cambio di soldi e
animali di mio interesse, clienti che in pubblico cercano di toccarti i seni
non curanti delle altre persone, e potrei andare avanti raccontandovi per filo
e per segno tutti i maiali che mi sono capitati.
Per fortuna, quando c’è una distanza di mezzo e vivi
lontano da certi porci, sei salva e puoi tranquillamente limitarti a mandare a
quel paese quelle persone, bloccarle sui social e fingere che non esistano e
non siano mai esistite. Ho sempre pensato che non me ne fregasse assolutamente
nulla, anzi ho sempre scherzato con le mie amiche su quanto fossero ridicoli e
schifosi certi uomini, ridendo a volte alle foto di loro con gatti in braccio,
la patta aperta o in posizioni ridicole in ogni dove fatte probabilmente
pensando di essere attraenti.
Purtroppo però non sono divertenti. Anzi fanno davvero
schifo. Ammetto di avere poi sviluppato un problema per cui vedere genitali o
foto, video di uomini che non siano il mio ragazzo, mi fanno venire voglia di vomitare
e provocano un disgusto non indifferente.
La cosa inizia a diventare struggente poi quanto sono i
tuoi stessi clienti e a volte “amici” che iniziano a importunarti. E a quel
punto inizi a chiederti se sia corretto insultare un cliente, che tipo di
ripercussioni può avere sulla tua carriera. E stai male. Detesti essere
considerato un oggetto dalla maggior parte degli uomini, essere poi ancora
insultata da ex ragazzi di tradimento per aver ricevuto foto disgustose di
uccide, detesti anche solo leggere commenti in cui gli uomini esaltano certe
caratteristiche femminili, incitano addirittura allo stupro o alla violenta
scrivendo ogni cosa. Terribile. Ma in che mondo viviamo?
E da un lato di guardi allo specchio e pensi di non
essere abbastanza per essere desiderata, al pari di certe donne, ma dall’ altro
inizi a isolarti per non voler più avere nulla a che fare con un mondo
superficiale, basato sull’ apparenza. Stai male.
Poi arriva il colpo di grazia: lo stalking. Ho sempre
diffidato estremamente da tutti, ma a volte vieni preso in trappola. Qualche mese
fa un uomo, sulla quarantina mai visto prima in vita mia, si introdusse in una
discussione tra me e una mia amica in università. Iniziò a dire che era uno
studente in erasmus di giornalismo, interessato nello sport, che voleva una
mano per integrarsi. Mi chiese il mio numero che finsi di non ricordare. Poi mi
chiese il mio nome, dove vivevo, cosa facevo, se ero fidanzata e “se avevo
voglia di uscire e vedere come andava a finire la cosa, magari si poteva essere
anche un po’ più che amici”. Alt. Allarme rosso, so già cosa vuole. Gli dico
che non sono interessata e non mi interessa avere nessun rapporto intimo di
alcun tipo, mi liquido in maniera fin troppo educata e vado via.
Tornata a casa però apro il mio profilo Facebook e vedo
che proprio lo stesso ragazzo mi ha mandato una richiesta di amicizia. La rifiuto,
però leggo sul suo profilo che non è uno studente in erasmus ma uno che vive
proprio nella stessa città dove studio. “Bugiardo”
ho pensato tra me e me, tirando giù qualche santo affinché mi desse la pazienza
di ignorare certe persone.
Speravo di potermi dimenticare della faccenda, ma mi
sbagliavo. Inizio a ricevere diversi messaggi sul social in questione, troppi
per i miei gusti, dove lo stesso ragazzo mi invita ad uscire, mi chiede come
sto, continua ad insistere a dargli indirizzo e numero di telefono, mi incita a
incontrarci a tal ora in tal posto e ancora, mi chiede se voglio andare in
hotel, a casa di suo fratello, se possiamo diventare amici con benefici (“amigos
con derecho a rocio”) o scopamici direttamente (“follamigos”). Raramente ho
risposto, e in ogni caso è sempre stato un gelido “no non mi interessa”.
Il peggio, però, deve ancora venire. Dopo aver ignorato
ogni messaggio, una mattina lo vedo entrare nella mia stessa metropolitana. Ero
con due mie compagne di corso, che subito mi sussurrano “Anna ti sei accorta che c’è un tizio che ti sta fissando?”, “quello con la valigetta nera da serial
killer” disse scherzando una di loro. Inizio a preoccuparmi, cercando però
di mantenere la calma. Vedo che mi si avvicina, troppo e inizia a dirmi (in
spagnolo) “Anna, ti desidero molto, ti
prego usciamo, non posso stare senza di te”. Per non piantare una scenata
indietreggio il più possibile e gli dico che sono troppo occupata e che non mi
interessa (anche perché caso vuole che la mia stessa metropolitana la prendano
molti professori e studenti della mia università, ci manca solo che pianti una
scenata). Mi saluta. Scende alla mia stessa fermata e inizia a camminare dietro
di me.
Da quel giorno, tutte le mattine l’ho ritrovato sulla mia
stessa metropolitana, sia la prima che quella seguente, che saliva o una
fermata prima o dopo di me. Paura. Ho iniziato ad avere davvero paura. Ma finché
non mi parlava ed ero in compagnia dei miei amici o compagni posso fingere che
non esista.
Si fa avanti ancora altre volte e il mio no è sempre
stato freddo, ma forse troppo buono. al che inizia a bombardarmi di messaggi
come il seguente:
“Mira eres una maleducada por no contestar. Mira no me gustas nada ni quiero nada contigo. Era todo mentira. Eso es de ser una fresca o puta. Ahora iré a ver a tus compañeras. Nos veremos todas las mañanas en el metro. Tu no eres italiana eres americana mentirosa.”
Traduzione:
“Guarda sei una maleducata a non rispondere. Guarda non mi piace niente di te e non voglio niente con te. Era tutto una bugia. Questo vuol dire essere una persona a cui non frega niente o una puttana. Adesso andrò a trovare le tue amiche. Ci vedremo tutte le mattine nella metro. Tu non sei italiana sei americana bugiarda.”
“Questo è fuori
come un balcone”, ho pensato. Mi sono semplicemente limitata a rispondergli
che se lo avrebbe fatto lo avrei denunciato e lui subito a scusarsi e dire che “stava
scherzando”. Il tutto è servito per un paio di settimane. Non lo vedo più in
metro. Finalmente credo di essere salva, posso dimenticarmi di quest’incubo.
Invece no. Di nuovo lo trovo tutte le mattine nella mia
metropolitana, che cerca di
nascondersi dietro un giornale o nei vagoni più
lontani e quando scendo dal treno mi segue e si avvicina il più possibile. Una mattina
poi mi rivolge di nuovo la parola chiedendomi “Anna possiamo parlare?” ma di risposta, senza rendermene nemmeno
conto più di tanto ho alzano la voce e gli ho detto di no, che non si doveva
più azzardare ad avvicinarsi. Funzionò, si allontanò subito. Ma poi il giorno
dopo ancora, era in metro e mi inseguiva, o si metteva dal lato opposto della
strada di fronte all’ entrata della mia facoltà a gridare “Vattene”, “Puttana”,
“Nessuno ti vuole” facendo gesti di dubbio gusto. Così fino a questa mattina.
Ero seduta tranquillamente, sola a rileggere i miei
appunti mentre ascoltavo musica con le cuffiette. Mi si siede accanto. Fingo di
non sentirlo né di vederlo ma lui inizia a sbattere il piede accanto a me per
catturare l’attenzione. Arrivata la mia fermata scatto di corsa fuori dal
vagone, nonostante avessi due borse con il pc. Inizia a corrermi dietro anche
lui finché non prendo un viottolo e mi nascondo dietro il portone di una casa. È
stata una delle esperienze più terrificanti della mia vita. Sono rimasta una
mezz’ora buona nascosta, nonostante il ritardo a lezione, cercando di fare meno
rumore possibile, pensando al perché nessuno fosse intervenuto per aiutarmi in
metro, io almeno lo avrei fatto, e poi pian piano sono uscita accertandomi che
la via fosse libera.
Arrivata in classe, stavo malissimo, e ho raccontato l’accaduto
alle due mie amiche di fiducia. Finite le lezioni, mi hanno fatto coraggio e mi
hanno accompagnato a sporgere denuncia per molestie (che qua in Spagna di chiama
denuncia por acoso). Per fortuna quell’ imbecille aveva scritto insulti e minacce
per messaggio e tutti i suoi dati, nome, cognome, numero di telefono e
indirizzo su un sito di incontri spagnolo ed è stato facile riconoscerlo ed
avere delle prove. Adesso rischia dai 6 mesi ai 2 anni di carcere.
Questa storia potrà sembrare un’inutile lamentela, ma
vorrei che questa mia devastante e orrenda esperienza (che non è l’unica
purtroppo) servisse come esempio. Donne non abbiate paura di denunciare delle
violenze, stalking o che, non rimanete nel silenzio troppo a lungo pensando che
le cose si risolvano da sole, non pensate di essere abbastanza forti. Trovate il
coraggio di tornare a vivere serene, la vostra vita.
Uomini: le donne non sono oggetti, ma esseri che
desiderano essere amati e vogliono amare con tutte le loro forze. La violenza è
inutile, non siamo semplice divertimento né sfogo per i vostri bisogni. E vice
versa vale per voi donne.
Imparate tutti il significato di rispetto, per poter
migliorare noi, la nostra vita e la società. La violenza che sia fisica o
psicologica non risolve assolutamente nulla.
Forza, coraggio e amore, gente. La vita va vissuta, non
distrutta da violenza e presunzione, né da inutili stereotipi. Gli uomini e le
donne sono belle in tutte le loro forme, con la pancetta, senza capelli, con
cicatrici, smagliature, occhiaie, finché dietro c’è amore. Tenetelo bene a
mente e amate.